Precipitazioni estreme ed effetti al suolo sul reticolo minore: il caso del 14 Settembre 2015
Facendo seguito al report d’evento sull’alluvione che ha colpito la Val Trebbia e la Val Nure nel Settembre 2015, abbiamo svolto un ulteriore lavoro di approfondimento che ha lo scopo di illustrare nel dettaglio gli effetti che precipitazioni di elevatissima intensità, come quelle cadute durante quell’episodio, possono apportare sul territorio, modificandone in alcuni casi la morfologia a livello macroscopico. Il sistema temporalesco, stazionario per quasi 6 ore, ha scaricato circa 300 mm/in 6 ore con punte d’intensità oraria superiori ai 100mm/h registrate dalle stazioni meteorologiche della rete osservativa regionale RIRER. Aspetto innovativo di questo lavoro è la combinazione del dato puntuale delle stazioni con il dato radar e la sua comparazione degli effetti al suolo rilevati da ulteriori indagini. Emerge chiaramente una relazione monotòna e crescente fra intensità di pioggia e gli oltre trecento fenomeni di colate di detrito censiti nell’area di studio. Viene proposto uno schema evolutivo (o modello geologico) dei movimenti in massa, tipo colate di detrito, a carico del reticolo idrografico minore scatenati da piogge intense. Questa analisi conferma che le zone dell’Appennino Tosco-Emiliano, a forte acclività (sopra i 25°) e con adeguata copertura detritica, possono essere soggette a colate di detrito se sollecitate da precipitazione di forte intensità e di durata di alcune ore, quasi univocamente imputabili a sistemi convettivi organizzati.